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CUCINELLI: "GIOCHEREMO AL SAN BARTOLOMEO"

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5 maggio 2013: il Castel Rigone sale in C2. La vittoria sullo Scandicci, i festeggiamenti, le parole del presidente, la gioia dei protagonisti e i 15 anni di storia tappa dopo tappa

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FONTE IL GIORNALE DELL'UMBRIA

di Nicola Agostini

SCANDICCI-CASTEL RIGONE 1-2
SCANDICCI (4-3-3): Massaini 6; Bellini 6, Visibelli 6,5, Salvadori 6, Panelli 6 (44' st Dragomanni sv); Zagaglioni 5, Galbiati 6, Fioravanti 6,5; Disanto 6,5, Morelli 7, Romanelli 7. A disp.:Chiarugi, Ammannati, Mugnaini, Vigni, Gigli, Sanguinetti. All.: Brachi 6,5.
CASTEL RIGONE (4-3-3): Zucconi 7; De Pasquale 6, Sbaraglia 6,5 Gimmelli6,5, Nonni 6; Montanari 6 Gai 5,5 (4' st Di Paola 6), Ubaldi 6; Santarelli 6, Tranchitella 6,5, Coresi 7,5. A disp.: Franzese, DiSanto, Pirchi, Pobega, Cerbini, Liurni. All.: Quarta 6,5.
ARBITRO: Ranaldi di Tivoli 6,5.
MARCATORI: 39' pt Morelli (S), 4' st Coresi (C), 40' stTranchitella rig. (C).
NOTE: espulso al 30' st Bellini (S) per somma di ammonizioni. Ammoniti: Visibelli, Zagaglioni (S), Coresi, Gimmelli (C). Angoli: 2-5. Recupero: pt 3', st 5'. 

SCANDICCI - Chissà cosa avrà pensato Dario Tranchitella in quei due minuti trascorsi dal fischio dell’arbitro Ranaldi, dopo il fallo di Zagaglioni su Coresi, alla rincorsa dagli undici metri. 
In 120 secondi l’allontamento del massaggiatore dello Scandicci per proteste, le recriminazioni dei toscani, il portiere Massaini che prende a calci il palo, qualche buon tifoso del Castel Rigone che si volta per non guardare sugli spalti e Re Dario imperturbabile che continua a palleggiare a due passi dal dischetto in attesa che Ranaldi dia l’ok. Ah, in quei due minuti ci sono anche 15 anni di storia. Da quell’agosto 1998 in cui 18 dirigenti si riunirono per fondare la squadra del paese di Castel Rigone da iscrivere in Terza categoria per qualche sano derby con Passignano, Magione, Sant’Arcangelo. «Segnare questo rigore - avrà pensato il capocannoniere degli ultimi tre campionati di serie D - vorrebbe dire scrivere la storia del club. E se lo sbaglio?». Non c’è più tempo di pensare perché Ranaldi si avvicina. Palla sul dischetto, rincorsa breve, finta alla Balotelli, Massaini si tuffa sulla sua sinistra e Tranchitella insacca a destra. 
Palla in rete e Castel Rigone in Seconda divisione per la prima volta nella sua storia. Per una pagina del calcio italiano che nessuno prima aveva mai scritto. 6 promozioni in appena 15 anni, dalla Terza categoria al professionismo.
E adesso? Mancano ancora 5 minuti e c’è un 2-1 da difendere con il Castel Rigone che non ne ha più e lo Scandicci che non sa se è salvo o meno. Servirebbe la certezza del pari fra Pontevecchio ed Arezzo per dare il via alla duplice festa. Sì perché in fin dei conti lo Scandicci la salvezza se la meriterebbe, soprattutto per quanto fatto vedere negli  ultimi 90 minuti. Tre palle gol nel primo tempo, con Disanto al 9’ e al 31’ e con l’eurogol su punizione di Morelli, e tanta corsa anche nella ripresa con i due esterni alti del tridente disegnato da Brachi che danno sempre filo da torcere. In fin dei conti però anche il Castel Rigone ha saputo reagire. Sotto 1-0 dopo 39 minuti per una prodezza di Morelli, con il Casacastalda già sul 2-0 dopo mezzora contro il Deruta. All’intervallo Casacastalda in Seconda divisione e Castel Rigone ai playoff. Già, l’intervallo. Quel quarto d’ora durante il quale il Castel Rigone capisce che non può buttare tutto al vento. 
Quarta allora cambia le carte come può, considerando l’assenza pesantissima dello squalificato Agostinelli e un Di Paola a mezzo servizio. Pochi scampoli sempre con il 4-3-3 ma con Coresi in mediana e Ubaldi più avanzato. Poi la prima svolta, perché nei momenti decisivi emergono i fuoriclasse. Visibelli mette giù Tranchitella ai 30 metri, Coresi posiziona la palla e lascia partire una fucilata all’angolino basso che vale l’1-1. Un minuto e Coresi sfiora il bis sempre su punizione. Servono i fuoriclasse: dentro allora anche Di Paola e si torna al 4-3-1-2. Lo Scandicci però ha più birra in corpo e Zucconi deve intervenire due volte su Romanelli e Bellini. 
Poi proprio Bellini si becca il secondo giallo e lascia i suoi in 10 al 75’. Dieci minuti e Coresi prende di nuovo per mano i suoi: punta Zagaglioni e cerca, trovandolo, il rigore. Al resto ci pensa Tranchitella. Un Balotelli senza cresta, ma al Castel Rigone va bene così. Da Ponte San Giovanni arriva la notizia dello 0-0 che rende gli ultimi 3 minuti pura accademia. Tirate fuori l’abito buono per la prima storica sfilata in C2.

CUCINELLI: "GIOCHEREMO AL SAN BARTOLOMEO ANCHE IN C2"
SCANDICCI - «Cambiati Brunello, che sei tutto bagnato - gli urlano gli amici a due passi». Forse solo a tarda notte Cucinelli si sarà accorto che i vestiti erano zuppi dopo l’immancabile doccia che accende la festa. Dopo aver lanciato l’unica azienda perugina quotata in Borsa, il buon Brunello si è portato a casa un’altra sfida, costruita in 15 anni e diventata realtà nelle ultime 34 tappe. Una sfida che ti dà adrenalina da vendere, che ti fa balzare dalla panchina alla stessa maniera se sei un imprenditore di fama mondiale o un operaio qualunque. 
«Prima di scendere dal pullman, arrivati allo stadio, ho voluto dire poche parole ma chiare ai miei ragazzi citando il mio maestro Marco Aurelio: “Miei stimati signori, oggi Roma ha bisogno di voi”. E loro hanno risposto sul campo regalandoci questa promozione. Abbiamo fatto qualcosa di storico? Probabilmente sì ma ci penseremo da martedì (domani ndr), adesso godiamoci questo successo». 
La Seconda divisione però è realtà ed è già tempo di pensare al futuro. «Nei giorni scorsi - continua Cucinelli - c’è stato il sopralluogo dei tecnici della Lega. Se tutto andrà come deve andare giocheremo a Castel Rigone. Il San Bartolomeo è sempre stato il nostro stadio e lo sarà anche fra i professionisti». Di acqua ne è passata sotto i ponti in 15 anni: dalla tribuna con tubi d’acciaio portata da Passignano con il trattore dal dottor Aulo Fiorucci, l’ideatore della squadra di calcio, ad un possibile stadio da 1800 posti per i pro. 
«E la dedica è tutta per il nostro paese. Il piccolo borgo di Castel Rigone che sbarca fra i professionisti. Un grazie speciale poi fra i miei tanti amici va al professor Maurizio Oliviero che martedì ha ricevuto il prestigioso premio Giovanni Paolo II a Gerusalemme ed è tornato apposta per seguire questa partita».
E a pochi metri si accende la balera del Turri fatta di balli improvvisati, cori per tutti e promesse da mantenere. Come quella del segretario Mario Moroni che si vede costretto al taglio dei suoi celebri baffoni. 
E, dopo una squalifica che rischiava di pesare, ecco che anche bomber Agostinelli deve sottoporsi allo scalpo: «Magari sempre. Volevamo questa C2 e l’abbiamo portata a casa». E nel bailamme dei festeggiamenti in mezzo ci finisce anche Luca Quarta: «Finalmente da interista avrò un motivo per ricordare con il sorriso il 5 maggio. Un premio per la società - spiega il ds-allenatore - che ha dimostrato come certi comportamenti alla fine paghino. Siamo stati bravi a non perdere mai la bussola nonostante un avvio al di sotto delle aspettative. Abbiamo continuato a lavorare sodo portando a casa questo storico traguardo che personalmente voglio dedicare a suor Agnese».
E quando ormai la domenica va in archivio ecco il post su Facebook del preparatore dei portieri Gianni Calussi che riassume una giornata storica: «Ogni tanto i sogni si avverano». Buonanotte dalla Seconda divisione.

TRANCHITELLA: "QUEL PALLONE PESAVA COME UN MACIGNO..."
Un treno  che parte dagli spogliatoi e arriva in campo. Il tutto senza mancare di rispetto agli avversari ai quali viene anche tributato un coro con tanto di applauso in risposta da parte dei giocatori toscani. Una festa vera e propria al Turri con tanto di brindisi a suon di birre. E pazienza se Tranchitella dopo una mezzora dal triplice fischio ha ormai mandato in soffitta quella lucidità mostrata in occasione del rigore decisivo. 
«Fatemi rilassare adesso - sorride il bomber - anche perché vi assicuro che quel pallone pesava come un macigno. Me la sono vista brutta». Quasi un segno del destino per il puntero che era stato costretto a saltare metà stagione per infortunio: «Volevo batterlo anche per questo infatti. Nelle stagioni passate ho sempre detto che avrei barattato lo scettro dei cannonieri per la promozione. Quest’anno è andata bene...». 
A due passi se la ride anche Matteo Coresi visibilmente emozionato: «Il gol più importante. Ci voleva proprio. Una soddisfazione incredibile. Sono sceso in D per tornare subito fra i pro e ci sono riuscito. Questa promozione è tutta per mio suocero che è il mio primo tifoso». E fra un gavettone e l’altro fa capolino anche Francesco Di Paola: «Ho sempre detto che sono venuto per vincere. Eravamo i più forti e l’abbiamo dimostrato».

15 ANNI DI STORIA TAPPA DOPO TAPPA
Un'impresa che affonda le radici da bambini fra una nascondino a due passi dal San Bartolomeo e una sfida in bici tutta in salita. Tre protagonisti su tutti, Brunello Cucinelli, Aulo Fiorucci e Giancarlo Sargenti. "Chi contava a nascondino? Sinceramente non me lo ricordo". Il sorriso di Brunello Cucinelli all'indomani della storica promozione in Seconda divisione del suo Castel Rigone. La prima squadra in Italia a riuscire in appena 15 anni a passare dalla Terza categoria ai professionisti. "Un po' di strada ne abbiamo fatta - precisa Cucinelli - sempre consapevoli che la nostra sarebbe stata una societá dilettantistica. Per questo dico che a Scandicci, parafrasando Voltaire, le ragioni della mente mi dicevano che sarebbe stato meglio non vincere, quelle del cuore però...". Cuore batte mente 1-2, se volete lo stesso risultato di Scandicci-Castel Rigone.  
E sugli spalti del Turri c'erano anche Fiorucci e Sargenti. "Non potevamo mancare perché comunque - spiega Fiorucci - nonostante in questi ultimi anni siamo stati meno presenti, siamo sempre i primi tifosi". E non potrebbe essere altrimenti visto che proprio il dottor Fiorucci é stato un po' l'ideatore dell'As Castel Rigone: "Dalla finestra del mio ambulatorio a Castel Rigone vedevo il campo ma non ci giocava nessuno. Volevo chiamarlo San Bartolomeo in onore del patrono. E nel 1998 pensai di radunare gli amici di infanzia e fondare una squadra di Terza categoria. Le prime due telefonate furono per Brunello e Giancarlo che avrebbe potuto sostenere economicamente la societá". Così nell'agosto del 1998 ecco la prima riunione fra i 18 dirigenti fondatori. Da lì il via di una straordinaria cavalcata che porterá a 4 promozioni consecutive, le prime due delle quali conquistate con Massimo Bricca al timone nella doppia veste di allenatore-giocatore.
In Prima categoria, nel 2000, arriva in panchina Francesco Martinelli, il tecnico più longevo della storia biancoblu con i suoi 5 anni complessivi, e la squadra chiude il girone d'andata al terzo posto. Poi dall'Argentina arriva Dario Castelli. "Centravanti fortissimo - ricorda Cucinelli -. All'epoca mi allenavo con la squadra, così decisi di marcarlo io nella prima partitella. Con i piedi non ero granché ma di testa me la cavavo bene. Primo pallone in area, Castelli stacca e segna. Mi aveva dato mezzo metro sullo stacco. "Aspetta amico - gli dissi - tu non te ne vai senza aver firmato". 12 gol in 16 gare e il Castel Rigone vince anche la prima.
L'anno successivo i rigonesi vincono anche la Promozione con Bricca che sostituisce Andrea Doria nel finale di stagione. Poi 7 anni di Eccellenza fino alla promozione in serie D conquista con l'approdo in finale di Coppa Italia nazionale con Federico Nofri in panchina. "Il miglior allenatore che abbia avuto il Castel Rigone per capacitá, equilibrio nei comportamenti e rispetto delle regole - spiega Cucinelli. Proprio a Federico mi lega il ricordo più bello di questi 15 anni: la sua telefonata dopo la gara di Coppa con il Cesenatico, quando mi disse che sua moglie era fuori pericolo dopo l'intervento".
Nell'anno della promozione in D Cucinelli assume la presidenza, mentre Fiorucci e Sargenti di fatto si defilano. Ecco così che viene inaugurata la tradizione della doppia sfida settimanale fra gli amici vecchi e nuovi di Cucinelli. Stesse squadre con Cucinelli capitano di una e Pino Roma dell'altra formazione. "Perdiamo sempre? Spesso e volentieri - ammette Roma - ma loro fanno violenza psicologica sull'arbitro". In squadra Con Cucinelli c'é anche il Tigre Antonio Ceccarini, consigliere del presidente dai tempi della Terza categoria. 15 anni di storia calcistica insieme per i due, un po' come per Luca Quarta, arrivato a Castel Rigone da giocatore nel 1999 in Seconda categoria per poi ricoprire il ruolo di ds e di allenatore, fino ai pro. "A Luca devo un grazie speciale perché in questi 14 anni ha sempre dimostrato la sua correttezza e le sue capacitá. Continuerá quest'avventura insieme a me anche in Seconda divisione". Che sia una sviolinata per convincerlo a non giocare nella squadra di Pino Roma?

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