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BOMBER DANIEL MANCINI APPENDE GLI SCARPINI

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A 40 anni, con 240 gol messi a segno fra serie D, Eccellenza e Promozione, il puntero classe ‘84 allenerà nel settore giovanile del Pontevalleceppi. “Procelli il compagno ideale, contro Ferri erano sempre dolori, Cocciari un maestro"

Mercoledì 31 luglio 2024
di Nicola Agostini

“Devo essere sincero? Ieri sono andato a fare una corsetta e quando ho visto alcuni miei ex compagni allenarsi a Ponte Valleceppi mi è preso un po’ di magone. É la prima volta dopo 23 stagioni di prima squadra che non faccio una preparazione. A 40 anni, però, è giusto così”.
Daniel Mancini appende gli scarpini al chiodo. Il bomber classe ‘84 lascia il calcio giocato dopo 240 reti messe a segno fra serie D, Eccellenza e Promozione con le maglie di Angelana, San Sisto, Deruta, Castel Rigone, Nestor, Bastia, Trestina, Pontevalleceppi, Marra, Ventinella e Piccione.
“L’unico rammarico – sottolinea Mancini – è proprio di non aver toccato quota 250 gol ma, per scelta, non voglio scendere di categoria. E allora è giusto provare ad allenare, anche perché il Pontevalleceppi mi ha dato l’opportunità di misurarmi con un bel gruppo come quello dei 2012 e non vedo l’ora di iniziare”.
Daniel Mancini che allenatore sarà? “Innanzitutto bisogna ancora vedere se sarò un allenatore. Su una cosa sarò un martello: i fondamentali. Posizionamento del corpo, modo di calciare la palla. Senza le basi non si può giocare. Poi credo che sarò più bravo nel dare qualche consiglio agli attaccanti che ai difensori…”.
A proposito, il più forte incontrato in carriera? “Difensore? Francesco Ferri. Abbiamo giocato sia insieme che contro e garantisco che era meglio averlo come compagno di squadra. Gli ho esultato in faccia dopo avergli segnato? Ma siete matti? Poi avrei dovuto chiedere subito il cambio. L’attaccante più forte invece senza dubbio Andrea Procelli”.
Trestina nel cuore… “Sinceramente mi sono trovato bene in tutte le società ma a Trestina abbiamo vinto tanto, eravamo un gruppo invincibile con alle spalle una società che continua a fare calcio, non a caso, da 20 anni”.
Un allenatore da cui prendere ispirazione? “Senza nulla togliere agli altri, dico Massimo Cocciari perché per me è stato un maestro e vediamo il calcio e la vita alla stessa maniera”.
Dei 240 gol quanti irregolari? “Tutti buoni. Contro il Gualdo però, a Trestina, avevo già fatto tripletta e mi ricordo che il difensore, che se non sbaglio era il grande Mata (David Matarazzi, ndr) mi anticipò e fece autogol. Ma io esultati come un matto e quella partita è passata alla storia per il poker di Daniel Mancini”.
Il più bello invece? “Ne scelgo due sempre con la maglia del Trestina: la sforbiciata a Bastia e il gol in semifinale playoff contro la Torres”.
Chi è il nuovo Daniel Mancini? “Nessuno per fortuna dei nuovi attaccanti. Però a me piace tanto Damian Sciacca e mi rivedo molto in lui. Ho saputo che, almeno per il momento, resterà in Argentina e mi dispiace molto. Il calcio umbro perde un bomber vero”.
Allora bisogna dire: “In bocca al lupo, mister”. “Già hanno iniziato a chiamarmi così. Mi fa sentire vecchio. Preferivo bomber, sono sincero, ma ormai le scarpette sono lì...al chiodo…”.

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