Venerdì 9 giugno 2023
di Nicola Agostini
La stragrande maggioranza dei protagonisti degli ultimi 40 anni di calcio a San Venanzo, tutti sul manto verde, rimesso a nuovo, del Pambianco.
E se poi la Gazzetta apre con la notizia del divorzio fra il Milan e Maldini e con tutte le ultime sull’Inter in finale di Champions, decisamente meglio lasciare da parte il calcio nazionale e concentrarsi sul suo San Venanzo.
Perché, anche se da due mesi e mezzo ha deciso di continuare a fare il tifo per i biancazzurri da lassù, Gabriele Rellini ne segue sempre da vicino le sorti. Non è un caso che proprio il Pambianco sia l’unico stadio in Umbria, fra i dilettanti, ad avere un maxischermo a bordocampo.
E ieri sera le sue foto hanno continuato a girare ininterrottamente sul monitor, come se fosse lì a ridere per le parate di un Peter Mortaro che hanno convinto Simone a stare in squadra con il fratello per evitare figuracce. O per la torta con la porchetta nell’intervallo di bomber Fusco, per un Bicchierato alla Correa o per la direzione di gara dell’arbitro internazionale Michele Vescovo di San Venanzo, abile a non abboccare alla simulazione in area del presidente Giordano Servoli.
I tifosi biancazzurri, anzi, i suoi amici, l’intero paese in pratica, si sono ritrovati sugli spalti solo per ricordare Gabriele in una prima edizione, straordinariamente partecipata, del memorial a lui dedicato. Con il “vivandiere”, il suocero David Rossi, perfetto, come sempre, nel curare ogni dettaglio per far sì che tutti gli invitati si sentissero a casa.
E, fra una chiacchiera di mercato e l’altra, quando l’amico milanista Giorgio Pambianco, ad un certo punto, ha pronosticato la vittoria del City nella finale di domani sera, da lassù, sicuramente, il buon Gabriele avrà esclamato: “A pelle ragà, a pelle...”.