Questa notizia è stata letta 3513 volte

EMERGENZA CORONAVIRUS: ECCO LE DECISIONI DELLE SOCIETA’ UMBRE

Share/Bookmark

L’aggravamento della situazione sta portando alla chiusura di tutti gli impianti. Chi si è allenato l’ha fatto a porte chiuse, facendo firmare una liberatoria o usando uno spogliatoio in più. Da qui in avanti allenamenti personalizzati...

Domenica 8 marzo 2020
di Nicola Agostini

L’emergenza Coronavirus si allarga e il calcio umbro si interroga su cosa fare. Il Comitato Regionale Umbro, intanto, ha fermato l’attività ufficiale fino a domenica prossima, 15 marzo, in attesa di sviluppi che si susseguono con la situazione che si è aggravata nelle ultime ore.
Nel weekend si è giocata solo una gara in Umbria: Perugia-Salernitana, a porte chiuse. Procedura che si è esplicitata in una semplice autocertificazione in cui ognuno degli accreditati ha dichiarato “di aver attivato e ripetuto le misure di controllo e prevenzione necessarie a ridurre il rischio di contagio del Virus COVID-19, in ossequio alle forme e ai contenuti e con specifico riferimento a quanto previsto relativamente alle misure igienico sanitarie del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo”.
Niente termoscanner, né controlli sanitari di altro tipo. Per i pochi ammessi al Curi, uno step al cancello sotto la Nord, poi ingresso in tribuna accompagnati da uno steward. Tutto qui. Poco, troppo poco, considerando lo stato dell’arte, con il progressivo e costante espandersi del Virus che ha portato al nuovo DPCM e al divieto di ingresso e uscita dalla Lombardia e da altre 14 province italiane, fra le quali quella di Pesaro-Urbino che confina proprio con l’Umbria.
Ieri il calcio italiano sembrava fermarsi, intorno alle 12,30, prima di Parma-Spal, poi, dopo un’ora e un quarto di consultazioni, si è ripartiti.
E in questa settimana che succederà?
Restiamo nell’ambito dei dilettanti in Umbria. Un passo indietro è d’obbligo. Subito dopo la pubblicazione del DPCM e la comunicazione del Cru di giovedì scorso, l’attività di settore giovanile è stata bloccata in tutta la regione e in tutte le società. Per quanto riguarda le prime squadre, nella maggior parte dei casi l’attività si è fermata ma c’è anche chi si è allenato.
Con quali modalità?
- Dappertutto a porte chiuse, come previsto dal DPCM. E, verrebbe da dire, almeno quello. E fin qui le difficoltà sono relative, visto che è difficile trovare qualcuno sugli spalti durante gli allenamenti.
- Qualche società ha utilizzato fino a quattro spogliatoi per garantire il metro di distanza tra giocatori e staff, previsto dal DPCM.
- C’è chi ha chiuso uffici e spogliatoi e bloccato il servizio lavanderia. Della serie, vi portate gli indumenti da casa e ve li lavate da soli, facendo in modo che, all’interno dell’impianto, si svolga solo l’attività all’aperto, facendo un lavoro specifico che consenta di mantenere il metro di distanza. 
- Qualcuno, inoltre, ha fatto firmare una liberatoria a giocatori e tesserati, sul modello di quello redatto in occasione di Perugia-Salernitana di cui sopra. Il problema è solo uno. Una liberatoria sullo stato di salute, che valore giuridico può avere qualora dovesse verificarsi un caso di Coronavirus? La responsabilità ricade direttamente sulle società e sui presidenti.
- Proprio facendo questa considerazione, oltre ad un normale senso civico, la maggior parte delle società dilettantistiche ha chiuso i propri impianti. Ci si allena, se si vuole, ma singolarmente, all’aperto, intorno a casa, per strada o al percorso verde, attraverso programmi personalizzati.
In queste ore le società si stanno confrontando sul da farsi, visto che si tratta di una fattispecie unica nel suo genere.
L’aggravarsi della situazione sta portando alla chiusura degli impianti sportivi un po’ in tutta la regione, con i giocatori che possono allenarsi in autonomia, all’aperto o a casa, ma comunque senza recarsi al campo.
Il tutto sperando che le misure adottate negli ultimi giorni possano portare ad una riduzione sensibile del contagio.
In ogni caso, anche se si dovesse tornare a giocare domenica 22 marzo, come previsto in questo momento, le partite si svolgeranno a porte chiuse fino a venerdì 3 aprile.
Il tutto sperando che, in breve tempo, possa esserci una riduzione drastica dei contagi e si possa tornare prima possibile ad una normalità in cui il calcio altro non sia che un divertimento. Per tutti.

SPONSOR